Quali sono le analisi per monitorare la glicemia
Il controllo della glicemia è di importanza cruciale sia per lo screening e la diagnosi di diabete e malattie metaboliche associate.
Esistono diversi test ed esami che permettono di misurare e analizzare la glicemia – quindi lo zucchero nel sangue – in diversi tempi e condizioni.
Comprendere come funzionino questa analisi, cosa misurano e perché è utile per aumentare la propria consapevolezza verso la malattia.
- La misurazione della glicemia a digiuno è un esame che rientra tra quelli standard prescritti dal medico di base in caso di controllo. È il primo step per lo screening del diabete e serve a capire se il valore di glucosio nel sangue a digiuno rientri nei range previsti. È una sorta di fotografia del livello basale, “a riposo”, per così dire, dopo otto ore di digiuno notturno. Si esegue un prelievo del sangue al mattino, senza aver mangiato.
- La curva glicemica serve invece per analizzare meglio come risponde l’organismo ai picchi di glucosio; quindi, per simulare una situazione definita postprandiale ovvero dopo i pasti, quando il glucosio nel sangue è ai suoi massimi livelli grazie alla digestione degli alimenti che introduciamo con la dieta. Questo test, chiamato anche test orale del glucosio, si esegue facendo assumere al paziente – sempre a digiuno da almeno otto ore – una soluzione di acqua e zucchero e misurando i valori di glicemia in tempi diversi a mezz’ora di distanza (0, 30, 60, 90 e 120 minuti). La curva glicemica viene prescritta a pazienti con sospetto diabete, ma con una glicemia a digiuno inferiore a 126 mg/dL, e serve per comprendere se l’organismo sia in grado, tramite il rilascio di insulina, di far fronte ai picchi di glicemia nel sangue.
- L’emoglobina glicata è un test specialistico che misura un tipo particolare di glicemia: non è una fotografia del momento, ma indica i livelli medi di glucosio nel sangue in un periodo di 6-8 settimane. È un valore in percentuale che si determina andando a misurare il glucosio legato all’emoglobina, una proteina che si trova nei globuli rossi e che legandosi al ferro riesce a trasportare l’ossigeno nelle cellule. Quando il glucosio è in eccesso, questo si lega all’emoglobina in modo proporzionale alla sua quantità, causando delle difficoltà nel trasporto dell’ossigeno e quindi i danni d’organo tipici del diabete. È uno strumento sia per la diagnosi di diabete, sia per il controllo della corretta gestione della glicemia in pazienti con diabete. Il valore normale, in un soggetto sano, è pari a 4-6%
Le differenze tra analisi
La glicemia a digiuno permette di misurare la concentrazione di glucosio in un dato momento che corrisponde al periodo di esecuzione dell’esame del sangue. L’emoglobina glicata fornisce invece un’indicazione sulla percentuale nel tempo ed è un controllo più accurato e preciso a lungo termine. Questo parametro, quindi, è utile per il monitoraggio di pazienti diabetici a rischio complicanze, ma anche per una diagnosi più accurata, in caso di sospetto diabete, ma con una glicemia a digiuno entro i limiti.
Infine, la curva glicemica o glicemia da carico dà una informazione in più: permette di capire come reagisce il nostro organismo alla presenza di glucosio, con il massimo picco possibile, nel corso del tempo dalla sua assunzione. Anche in questo caso, il test risulta più preciso rispetto alla glicemia a digiuno e permette diagnosi più accurate.
Il monitoraggio continuo della glicemia
Il paziente diabetico ha a disposizione diverse soluzioni per monitorare la glicemia, provvedere correttamente alla somministrazione farmacologica appropriata e gestire quindi in modo opportuno il proprio diabete attraverso modifiche e aggiustamenti nella dieta e nell’attività fisica.
Grazie ad alcuni dispositivi chiamati holter glicemici è possibile misurare la glicemia in modo continuativo e automatico oppure a intermittenza a discrezione del paziente. I dispositivi automatici vengono inseriti sottocute dal paziente e monitorano la glicemia nel liquido tra le cellule a intervalli di cinque minuti.
Similmente, esistono dispositivi non invasivi: a orologio, applicati quindi al corpo ma senza aghi né sonde e senza bucare la pelle. Anche in questo caso viene monitorata costantemente la glicemia che può essere quindi controllata dal paziente tramite App e software associati.
Agli holter glicemici si possono aggiungere App e dispositivi (a orologio, bracciale, anello etc.) certificati per la misurazione medica di altri parametri come saturazione (ossigeno nel sangue), battito cardiaco o ECG, attività fisica, alimentazione.
Questi strumenti permettono al paziente e al medico di determinare un trend nell’andamento della glicemia e di aggiustare terapia farmacologica, attività fisica e alimentazione in base a questa tendenza.