Prediabete: impariamo a conoscerlo
Il prediabete è considerato un fattore di rischio per l’insorgenza futura del diabete. Non si tratta quindi di una malattia, ma più che altro di una sorta di campanello d’allarme che permette di identificare le persone che potrebbero in futuro sviluppare il diabete di tipo 2, la forma più strettamente legata allo stile di vita; e quindi anche di agire attraverso alcune buone pratiche di prevenzione, come per esempio il controllo dell’alimentazione e dell’esercizio fisico.
In cosa consiste il prediabete e quali conseguenze comporta?
Cos’è il prediabete
Innanzitutto, è bene definire con precisione di cosa si tratta.
Il prediabete è una condizione nella quale i livelli di glucosio nel sangue (glicemia) risultano più alti rispetto al valore standard, ma non abbastanza alti per poter diagnosticare il diabete di tipo 2.
La persona con prediabete ha un valore della glicemia a digiuno superiore alla soglia di 100 mg/dL ma inferiore al valore necessario per essere classificato come paziente diabetico, ovvero 127 mg/dL.
È una sorta di fase intermedia tra una glicemia normale e una iperglicemia collegata al diabete.
Questa condizione è importante poiché aumenta il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 nonché altre complicanze legate alla malattia: per questo identificare il prediabete è utile affinché si possa agire per tempo per scongiurare la patologia o ridurre le conseguenze.
Iperglicemia, diabete, prediabete: facciamo ordine
Una caratteristica comune del diabete e del prediabete è data da un valore della glicemia al di sopra dei valori standard di riferimento, all’interno dei quali la glicemia è considerata normale o fisiologica. Vediamo insieme la tabella di riferimento per la glicemia a digiuno, ovvero misurata dopo almeno otto ore senza assumere alimenti, solitamente al mattino appena svegli.
VALORI A DIGIUNO
Iperglicemia
>126 mg/dL
Glicemia alterata
100-125 mg/dL
Range Ottimale
70-99 mg/dL
Ipoglicemia
<60-70 mg/dL
Come possiamo notare, con la parola iperglicemia si intende un valore di zucchero nel sangue molto al di sopra del range ottimale. In caso di prediabete si parla più correttamente di glicemia alterata ma si può comunque considerare quel range come una forma più blanda di iperglicemia, ovvero di glicemia più alta rispetto alla norma. Si parla di ipoglicemia quando invece il valore di zucchero scende al di sotto del range di riferimento considerato sano. In generale, è bene tener presente che con i termini glicemia, iperglicemia e ipoglicemia ci si riferisce al valore di zucchero nel sangue, che può essere normale, più alto del normale o più basso del normale. Non indicano quindi una malattia. Con i termini diabete e prediabete, invece, ci riferiamo a due specifiche condizioni metaboliche: nel primo caso si tratta di una vera e propria malattia; nel secondo caso di una condizione considerata un fattore di rischio nonché un precursore del diabete vero e proprio.
La glicemia e il prediabete: come si misura?
Come abbiamo visto, il prediabete è una condizione metabolica spesso legata a obesità o sovrappeso, cattive abitudini alimentari, consumo di bevande dolci, alcolici, scarsa o nulla attività fisica oppure anche solo all’invecchiamento.
Quando nelle analisi di routine la glicemia a digiuno supera i 100 mg/dL ma si colloca sotto il 126 mg/dL, il medico solitamente vi chiederà di sottoporvi a ulteriori controlli, proprio per verificare l’eventuale diagnosi di diabete o prediabete.
Un test in particolare permette di valutare la glicemia dopo aver assunto una soluzione di glucosio – simula in qualche modo il picco glicemico postprandiale – per verificare come viene metabolizzato lo zucchero; quindi, come reagisce il nostro organismo alla sua presenza. L’insulina è l’ormone che regola il livello di zucchero nel sangue quando questo si alza troppo, facilitandone il passaggio dal sangue alle cellule, dove verrà utilizzato come carburante.
Se l’insulina non funziona o non c’è, non solo sarà alta la glicemia a digiuno ma anche quella postprandiale. Per questo l’esame chiamato OGTT, Oral Glucose Tolerance Test fornisce un’indicazione diagnostica più precisa. Se dopo due ore dall’assunzione di una soluzione di glucosio (75mg), la glicemia si colloca tra 140 mg/dL e 199 mg/dL è probabile che si tratti di prediabete; oltre i 200 mg/dL abbiamo il diabete. Sotto i 140 mg/dL il paziente è sano.
Sintomi e prevenzione
Il prediabete non è una malattia e pertanto è solitamente asintomatico. In alcuni casi può portare a stanchezza, aumento della sete e della produzione di urina. Per prevenire l’insorgenza del diabete ed evitare di arrivare alla condizione di prediabete, si consiglia di adottare uno stile di vita sano, che includa una dieta equilibrata, perdita di peso in caso di sovrappeso e obesità (dal 5 al 10% del peso corporeo), e attività fisica regolare (30 minuti al giorno di esercizio moderato). Non è necessario assumere farmaci, ma si può agire attraverso l’azione di integratori specifici che aiutino a controllare la glicemia.